L’Arte di Disinnescare: La Saggezza Silenziosa del Branco
- Wild Dog Project

- 23 ore fa
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Introduzione: Il Frastuono dei Manichei
Viviamo immersi in un'epoca rumorosa, non tanto per i decibel, quanto per la ferocia delle posizioni. È il tempo dei "manichei", di coloro che dividono il mondo con un taglio netto e violento: luce o tenebra, amico o nemico. "O con noi o traditore", urlano. È un aut aut che non ammette sfumature, che cancella la complessità dell'animo umano per ridurla a una scelta di campo tribale. Di fronte a questa aggressione continua, sorge spontanea un'invocazione, quasi una preghiera laica per la salvaguardia della propria salute mentale: "Libera, libera, libera, libera nos Domine". Ma da cosa chiediamo di essere liberati? Non solo dagli altri, ma dal peso specifico di certe interazioni. Esiste una gravità che la fisica non contempla: "Il peso di certe persone non ha unità di misura". Non si calcola in chilogrammi, ma in energie sottratte. Vampiri energetici. Di fronte a questo carico schiacciante, l'istinto umano primitivo, spesso nutrito dall'ego, suggerisce di combattere, di urlare più forte, di opporre resistenza alla resistenza. Eppure, esiste una strada più elevata. Una strategia che l'uomo moderno ha dimenticato, ma che il cane custodisce come un segreto evolutivo: l'arte di disinnescare.
Parte I: L’Equivoco della Forza Umana
Nella cultura antropocentrica contemporanea, la forza è tragicamente confusa con la reazione. L'uomo che riteniamo "forte" è spesso colui che non indietreggia, che risponde colpo su colpo, che occupa lo spazio con la voce e con l'imperativo. Chi tace, chi si ritira, chi evita lo scontro è etichettato come debole o sottomesso. Siamo schiavi della necessità di avere l'ultima parola, di dimostrare la nostra ragione ai manichei di turno. Ma accettare la provocazione significa, paradossalmente, sottomettersi alle regole dell'aggressore. Significa scendere nell'arena e sporcarsi con lo stesso fango, regredendo a quella brutalità primitiva dei gladiatori che, privati di ogni altra scelta strategica, erano costretti a ridurre l'intera esistenza alla sola, cruda dinamica del sangue: uccidere o essere uccisi per il plauso effimero della folla.
Parte II: La Lezione del Cane
È qui che lo sguardo deve abbassarsi, spostandosi dall'altezza dell'uomo a quella del cane, per trovare una definizione di "potere" completamente diversa. Chi vive e lavora con i cani impara presto una lezione che ribalta ogni prospettiva: "È spesso il soggetto più intelligente, più equilibrato, più forte e con più strumenti a sua disposizione che sa disinnescare". Parliamo di un cane che può fare affidamento su una vasta cultura personale. Non una cultura fatta di libri, ma un ricco bagaglio di esperienze sociali, incontri e competenze comunicative accumulate nel tempo.
È proprio grazie alla profondità di questa sua cultura che egli possiede "più strumenti a sua disposizione". Mentre il cane insicuro o "incolto" — povero di esperienze — aggredisce perché la violenza è l'unica risposta che conosce, il cane colto ha un archivio mentale pieno di alternative. Di fronte a un ringhio o a una tensione, egli attinge al suo sapere e disinnesca: gira la testa, offre un segnale, rallenta i movimenti. Non perché non sappia combattere, ma perché la sua cultura gli suggerisce che non ne vale la pena.
In un branco, o in un'interazione tra conspecifici, il cane veramente solido non è il bullo che cerca la rissa. Il cane insicuro, spaventato o socialmente incompetente aggredisce perché non ha scelta; la sua violenza è figlia della povertà di strumenti. Ha solo il martello, e quindi vede ogni problema come un chiodo. Al contrario, il cane equilibrato possiede una "cassetta degli attrezzi" emotiva vastissima.
Parte III: Disinnescare come Atto di Sovranità
L'occhio umano non allenato vede in quel girare la testa una resa. L'occhio attento vede invece una suprema dimostrazione di superiorità. Il cane che disinnesca sta dicendo: "Ho valutato la situazione, ho valutato te, e ho deciso che il conflitto è inutile. Ho il controllo delle mie emozioni, mentre tu sei schiavo delle tue".
Disinnescare è un'operazione di alta ingegneria sociale. Significa trasformare i loro proiettili in semplici colpi a salve: fanno molto rumore, certo, ma non possono lasciare alcuna ferita. Le similitudini tra l'uomo saggio (spesso l'uomo stoico) e il cane equilibrato sono sorprendenti. Entrambi sanno che la vera vittoria non è sconfiggere l'altro, ma preservare il proprio equilibrio. Chi ha "più strumenti a sua disposizione" non ha bisogno di usare quello della violenza verbale o fisica. La competenza regala la calma. L'incompetenza genera il caos.
Conclusione
Dunque, "non resta che disinnescare". Non come atto di codardia, ma come scelta di libertà. Liberarsi dai manichei non significa sconfiggerli in battaglia, ma rifiutarsi di combattere la loro guerra. La prossima volta che il peso di certe persone sembrerà insostenibile, forse dovremmo guardare al nostro cane.
Osservare come, con un semplice movimento del collo o un respiro profondo, lascia scivolare via la tensione, tornando a guardare l'orizzonte.
In quel gesto c'è tutta la filosofia che ci serve: la forza non fa rumore. La forza disinnesca.


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